Il magico mondo delle api
Sentinelle sull’ambiente, fondamentali per la vita di tutti
L’apicoltura è fondamentale ai fini del controllo ambientale, poiché l’ape è un animale molto sensibile alla qualità dell’ecosistema in cui vive. Il corpo, rivestito di peli, è particolarmente adatto per trattenere i materiali e le sostanze, che offrono informazioni circa il suolo, la vegetazione, l’aria e l’acqua, con cui viene a contatto e, per questo motivo, è considerata una sorta di “campionatore biologico” per monitorare. L’ape è la prima sentinella, il massimo indicatore, sulla qualità del mondo che ci circonda. Il ruolo fondamentale, non è la produzione, quanto l’impollinazione.
I rituali dell’ape
L’impollinazione si deve all’ape, un insetto estremamente evoluto, la cui morfologia è legata all’impollinazione (i peli che la ricoprono si riempiono di granuli di polline durante le visite ai fiori) e in grado di favorire con i suoi viaggi la biodiversità o variabilità dal punto di vista genetico delle piante visitate, permettendo la sopravvivenza di molte colture.
La raccolta del polline è per le api un vero “rituale”. Quando una bottinatrice torna all’alveare, dopo aver trovato una fonte di nettare, utilizza un vero e proprio linguaggio simbolico per comunicare la distanza e la posizione del nutrimento: emette dei messaggi chimici e compie una danza particolare.
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Ape insetto sociale
L’ape è un “insetto sociale” e tutti i suoi comportamenti mirano alla coesione e al coordinamento dei singoli insetti, affinché agiscano come un unico, grande organismo, il cui cuore è l’ape regina (l’ape scelta dalle operaie e nutrita soltanto con pappa reale per renderla attiva sessualmente). Quest’ultima regola le funzioni riproduttive e nervose; le api operaie rappresentano invece l’apparato digerente e muscolare, mentre i fuchi svolgono una funzione di sorveglianza e termoregolazione dell’alveare, oltre che riproduttiva.
Vita breve, ma intensa
La vita dell’operaia è breve, ma molto laboriosa e intensa: l’uovo deposto dalla regina si schiude dopo 3 giorni; la larva viene nutrita dalle api adulte con pappa reale e poi con polline e miele. La giovane operaia esce dalla cella dopo 21 giorni e si dedica dapprima all’attività di pulizia dell’alveare, al nutrimento delle larve e della regina, alla costruzione delle celle, alla vigilanza e si trasforma infine in bottinatrice: visita i fiori e ne raccoglie il nettare, trasformandolo in miele durante il volo di ritorno. Tutte queste fasi di vita sono regolate dai segnali chimici emessi dall’ape regina.
Una ragazza di 30 milioni di anni
“L’ape da miele, così come la conosciamo, ha iniziato a ronzare in mezzo ai fiori, a costruire la sua casa di cera e a riempirla di tesori circa trenta milioni di anni fa. Da quella fatidica data nulla è stato più lo stesso e il mondo si è piegato e conformato per accogliere il suo incessante ronzio”. Con queste parole l’entomologo Gianumberto Accinelli, nel suo libro “La meravigliosa vita delle api”, introduce la storia di uno degli insetti più importanti e straordinari sulla Terra.
Polline, ma non solo
I prodotti dell’alveare sono il risultato del lavoro delle api e consistono in miele, propoli, polline, pappa reale e cera. Tuttavia l’importanza attribuita a questi insetti non dipende solo dalla produzione di sostanze così preziose per il benessere dell’uomo, in quanto la loro presenza rappresenta la sopravvivenza per gran parte dell’ecosistema.
Quindi l’apicoltore è il primo a constatare il problemi delle sue colonie, e spesso interviene per allertare i poteri o l’opinione pubblica sulla presenza nell’ambiente di agenti inquinanti pericolosi.